Il diritto di asilo sacrificato in nome delle relazioni internazionali. Il caso di Mohamed Dihani.
Mohamed Dihani è un difensore dei diritti fondamentali del popolo saharawi, attivista di Amnesty International. Per la sua appartenenza etnica e il suo attivismo, dal 2010 al 2015 è stato vittima di sparizione forzata e detenzione arbitraria ed ingiustamente condannato dalla Corte di Appello di Rabat (Marocco) per terrorismo sulla base di dichiarazioni estorte sotto tortura.
Nonostante il suo vissuto, la Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma ha rigettato integralmente la domanda di asilo presentata da Mohamed Dihani. Nessuna rilevanza è stata data alle torture, alle persecuzioni subite in Marocco e agli accertamenti medico-legali prodotti a dimostrazione dei trattamenti subiti. La Commissione si è limitata a evidenziare come il Marocco sia considerato un “Paese sicuro” ed ha ritenuto il difensore dei diritti umani una persona pericolosa per la sicurezza nazionale, tale aspetto è stato considerato prevalente sul diritto ad una protezione ed è stata omessa ogni valutazione sul rischio di torture in caso rimpatrio.
Ne parleremo il 6 ottobre insieme a Mohamed Dhiani, l’Avv. Andrea Dini Modigliani e Duccio Facchini.
Vi aspettiamo al Centro Sportivo Gorla in Via Giulio Bechi n. 2. A partire dalle 19 aperitivo organizzato a sostegno del Blackness fest, dalle 19.30 talk.
Insieme ad ASGI e con la collaborazione di Casapace Milano, Le Carbet promuove la scuola di alta formazione per operatori legali in materi di protezione internazionale.
La scuola si terrà a Milano nella aule della Fondazione The Bridge in via Raffaele Lambruschini 36 dal 22 settembre 2023 al 20 aprile 2024.
Il corso è destinata a operatori legali o altre figure professionali che si occupino dei temi dell’immigrazione e che abbiano voglia di mettersi in discussione. L’analisi critica non riguarderà soltanto il sistema di protezione internazionale e la sua applicazione ma anche il ruolo degli operatori non istituzionali. L’idea è di ripensare la stessa relazione di assistenza e aiuto tra operatore e utente.
Quale obiettivo? La scuola di alta formazione “sCONFINARE” propone un’analisi critica delle norme che regolano la tutela dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale utilizzando un approccio intersezionale e decoloniale. In un sistema normativo che, riforma dopo riforma, si dimostra estremamente efficace nella produzione di nuovi confini, l’obiettivo della scuola è di fornire strumenti che possano condurre a un processo di creazione di nuovi Diritti. Strumenti propri non soltanto delle scienze giuridiche ma anche delle scienze sociologiche, antropologiche, mediche e geopolitiche.
Approccio intersezionale L’istituto della protezione internazionale deve essere riletto alla luce delle nuove esperienze migratorie ma soprattutto delle nuove coscienze e chiavi di lettura che hanno condotto all’affermazione di un approccio intersezionale ai diritti umani universali.
A partire dal riconoscimento degli assi della classe, del genere e della razza, l’adozione di un approccio intersezionale conduce a prendere coscienza della complessità e della olteplicità degli elementi che compongono un’identità personale e dell’impossibilità di raccoglierli in definizioni univoche. L’identità di una persona è fatta di molteplici tratti tutti inestricabilmente legati ed essenziali nel definirla. Le definizioni di persone meritevoli di protezione internazionale devono essere adattate a questa complessità. Le categorie normative da sole non possono rispondere ai bisogni delle persone in movimento. Si deve adottare una base multidimensionale.
Approccio decoloniale
È necessario decolonializzare la protezione internazionale riflettendo su un nuovo Diritto a migrare. Le norme che definiscono chi ha diritto alla protezione sono il risultato di esperienze migratorie ormai significativamente mutate. Le figure del rifugiato oppositore politico o del perseguitato per motivi religiosi, figlie dell’assetto politico del secondo dopoguerra, rappresentano strumenti giuridicamente inadeguati a rispondere ai bisogni contemporanei e culturalmente incapaci di cogliere la complessità del mondo e le motivazioni di chi, in questo mondo, si muove. Allo stesso modo, le norme che regolano i meccanismi procedurali di riconoscimento della protezione sono il risultato di un concetto di confine riconducibile al ruolo subalterno che l’Europa ha definito con il Sud Globale. Interpretare decolonialmente le norme in materia di protezione internazionale significa pensare inclusivamente. Significa comprendere la complessità del fenomeno migratorio ma anche dell’identità della persona in movimento.
Metodologia La scuola affiancherà alle sessioni di diritto lezioni di geopolitica, sociologia, antropologia, etnopsichiatria, medicina legale e mediazione culturale. Sono inoltre previste diverse ore di laboratorio con operatori legali aventi l’obiettivo di mettere in pratica i processi di decolonialità e affermazione dei Diritti.
I laboratori e le esercitazioni mirano a dare concretezza all’affermazione di quei Diritti di richiedenti asilo e rifugiati che, pur trovando fondamento (diretto o indiretto) nelle disposizioni di legge, incontrano significativi ostacoli nella prassi delle pubbliche amministrazioni. Il corso includerà anche un laboratorio di teatro dell’oppresso in collaborazione con Casapace Milano. Il teatro dell’oppresso propone un percorso di crescita e ricerca collettiva attraverso lo strumento teatrale. L’obiettivo del laboratorio sarà rielaborare le contraddizioni del sistema di protezione e accoglienza.
Struttura del corso Le ore di lezione saranno divise in base alle seguenti tematiche:
Frontiere, identità e cittadinanza: un’introduzione al sistema di protezione internazionale e al metodo critico che orienterà la scuola (12 ore)
Qualifiche: la definizione di persone bisognose di protezione internazionale (24 ore)
Procedure di riconoscimento della protezione internazionale (24 ore)
Accoglienza e comunità (24 ore)
Politiche europee e di esternalizzazione (12 ore)
Minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni (24 ore)
Tutela delle vittime di violenza e discriminazione di genere, di tratta e di sfruttamento lavorativo (36 ore)
Laboratorio di teatro dell’oppresso (12 ore)
Il corso, che si terrà unicamente in presenza, si articolerà in 14 appuntamenti che si svolgeranno il venerdì dalle 9.30 alle 18,30 e il sabato dalle 9,30 alle 13.30 secondo il seguente calendario: 22 e 23 settembre 2023 / 6 e 7 ottobre 2023 / 27 e 28 ottobre 2023 / 10 e 11 novembre 2023 / 17 e 18 novembre 2023 / 1 e 2 dicembre 2023 / 15 e 16 dicembre 2023 / 19 e 20 gennaio 2024 / 2 e 3 febbraio 2024 / 16 e 17 febbraio 2024 / 1 e 2 marzo 2024 / 15 e 16 marzo 2024 / 12 e 13 aprile 2024 / 19 e 20 aprile 2024
Chi sono i docenti? Responsabili scientifici: Luce Bonzano, Anna Brambilla, Nicola Datena, Rahel Sereke, Giulia Vicini. Diritto: Matteo Astuti, Luce Bonzano, Anna Brambilla, Eleonora Celoria, Nicola Datena, Mattia Gregorio, Alberto Guariso, Francesca Iachini, Iacopo Imberti,Ilaria Ippolito, Livio Neri, Alberto Pasquero, Maria Cristina Romano, Paola Scognamiglio, Benedetta Tonetti, Lorenzo Venini, Giulia Vicini. Sociologia e antropologia: Rachele Borghi, Daniel Buraschi, Marzo Omizzolo, Enrica Rigo, Rahel Sereke, Barbara Sorgoni. Geopolitica: Duccio Facchini. Emersione tratta e sfruttamento lavorativo: operatore esperto del progetto antitratta della Cooperativa Lule Onlus. Entopsichiatria e medicina legale: Cristina Cattaneo, Maria Marzia Marzagalia. Laboratorio teatrale: Giusy Baldanza, Almudena González.
Requisiti per l’iscrizione Costituisce requisito necessario il possesso di un diploma di laurea in giurisprudenza o in altra facoltà umanistica ovvero la qualifica di mediatore culturale o interprete, oppure la comprovata esperienza in qualità di operatore nel campo della protezione internazionale o delle migrazioni.
Il costo per ciascun corsista è di 1.300 euro, di cui 550 da versare al momento dell’iscrizione e 750 entro il 31 dicembre 2023.
Per i soci Asgi e i soci Le Carbet in regola al momento dell’iscrizione con la quota annuale 2023 il costo è di euro 1.150, di cui 500 da versare al momento dell’iscrizione e 650 entro il 31 dicembre 2023. Le iscrizioni chiuderanno il 12 settembre 2023. Verranno chiuse in anticipo laddove dovesse essere raggiunto il numero massimo di partecipanti previsto. Il corso è a numero chiuso, per un massimo di 45 iscritti e si svolgerà se verrà raggiunto il numero minimo di 25 iscritti. L’iscrizione avverrà sulla base dell’ordine cronologico iscrizione. La domanda di iscrizione dovrà effettuarsi tramite la compilazione del modulo online disponibile a questo link e poi attendere le istruzioni via mail per effettuare il pagamento e perfezionare così l’iscrizione. Attenzione: la sola compilazione del modulo online non è sufficiente a perfezionare l’iscrizione. Per informazioni è possibile scrivere al seguente indirizzo mail: formazione.milano@asgi.it
Milano, 6 giugno 2023 ore 19.00 – Massaua – Via Alessandro Tadino n. 17
Il 5 maggio diventa legge il disumano Decreto Cutro, condannando all’irregolarità migliaia di persone. Si assisterà alla privazione della libertà personale e di altri diritti fondamentali.
Insieme ad Artrè – collettivo multidisciplinare con lo scopo di cambiare l’immaginario sociale e politico intorno alle persone con background migratorio discuteremo di questo momento storico e della riforma entrata in vigore con l’obiettivo di informare le persone su quelle che sono le conseguenze del Decreto Piantedosi II ora convertito in legge.
Aperitivo dalle 19.00 – Talk Dalle 21.00 – partecipazione gratuita
Milano – Libreria Scamamù – 30 maggio – 7 e 13 giugno ore 18.30 – Libreria Scamamù e on-line su piattaforma zoom
Tre incontri dialogo sulla nuova riforma in materi di immigrazione
Il D.L. 20/2023, appena convertito in legge, rappresenta l’ennesima riforma in materia di immigrazione ispirata da politiche di contenimento e sicurezza.
Le modifiche normative introdotte intaccano i diritti di migranti e richiedenti asilo precarizzando le procedure di riconoscimento della protezione internazionale, escludendo i richiedenti protezione dai servizi di base e smantellando il sistema dell’accoglienza diffusa. Il D.L. inoltre restringe significativamente le maglie della protezione speciale rendendo oltremodo difficile l’accesso a procedure di regolarizzazione.
Si tratta di una riforma che produce irregolarità e priva il terzo settore di strumenti e mezzi per garantire una tutela efficace.
Le Carbet organizza tre incontri dialogo sulle principali modifiche introdotto con il D.L. Piantedosi II con l’obiettivo di mettere a fuoco gli effetti che avranno sulla comunità.
I tre incontri si terranno dalle ore 18.30 presso la libreria Scamamù in via Davanzati 28. Sarà possibile partecipare online iscrivendosi a questo link.
Dopo la prima edizione del 2022, ASGI, ActionAid, Antigone, CGIL Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, CGIL Lombardia, CILD, Naga, Rete Mai più Lager – NO ai CPR, Le Carbet e Spazi Circolari promuovono un nuovo laboratorio di due giorni (4 e 5 maggio) sulla detenzione amministrativa.
L’obiettivo del laboratorio, nella sua seconda edizione, è quello di affrontare il tema del trattenimento dello straniero ai fini del rimpatrio con un taglio ancora più multidisciplinare, coinvolgendo professionalità dalle scienze mediche e sociologiche all’architettura, e confrontandosi anche con il punto di vista di associazioni e ONG che operano in altri Paesi europei, e in particolare l’Austria, la Spagna e la Francia.
Oggetto del confronto sarà quindi non soltanto l’impianto normativo che disciplina il trattenimento presso i centri di permanenza per il rimpatrio e in altri luoghi utilizzati a tal fine dalle autorità, ma anche le condizioni reali di trattenimento e gli effetti dello stesso sulle persone trattenute. Il laboratorio si concluderà con un workshop aperto che avrà come tema il diritto/dovere delle ONG e, più in generale, della società civile nelle attività di monitoraggio, tutela e sensibilizzazione in riferimento ai luoghi di trattenimento, molto spesso invisibili o addirittura sconosciuti.
Gli Stati Generali di quest’anno saranno anche l’occasione per una prima riflessione e un primo confronto sull’imminente conversione in legge del D.L. 20/2023 che introduce nuove forme e nuovi luoghi di trattenimento degli stranieri destinatari di misure di rimpatrio forzato e dei richiedenti asilo. In particolare, le modifiche verranno analizzate nella sessione mattutina 4 maggio mattina. Nel workshop del pomeriggio del 5 maggio ci focalizzeremo poi sulle modifiche introdotte in tema di assegnazione diretta della gestione dei centri e di commissariamento anche al fine di comprendere come la nostra attività di monitoraggio dovrà essere ripensata nel nuovo sistema.